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Proiezioni & Videomapping
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Data
29-10-2019
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Proiezioni & Videomapping: il design digitale

Nel mondo degli eventi e del retail, l’uso di tecnologia e di sistemi audio-video è uno strumento sempre più efficace per la riuscita di un progetto di comunicazione di marca. Come per il futurismo, il movimento e la dinamicità sono due elementi fondamentali per creare attrattività nei confronti dei fruitori, un’architettura statica ben disegnata può essere accattivante, ma il fattore “live” è sempre molto più coinvolgente ed empatico.

La necessità di dar vita a qualcosa d’inanimato è da sempre uno stimolo alla creazione di contenuti innovativi, capaci di sorprendere e rendere più memorabile il prodotto in esposizione. Attraverso l’animazione si può raccontare una storia e coinvolgere così il pubblico, conducendolo lungo un percorso narrativo capace di portarlo poco a poco al punto desiderato per fissare il ricordo e associare valori positivi all’esperienza vissuta.

Negli ultimi anni, grandi Brand hanno messo “in moto” le proprie vetrine e i propri punti vendita, attirando l’interesse dei passanti con pochi e semplici giochi di luce, video e immagini retroilluminate, fino alla proiezione di veri propri spot in formato maxi o di splendide immagini “mappate” su facciate di prestigiosi palazzi nei centri delle grandi capitali mondiali, ma anche durante le varie fashion weeks per ottenere l’effetto “spettacolare” tanto desiderato, che con altri mezzi sarebbe stato difficile raggiungere.

La peculiarità della videoproiezione è proprio questa: utilizzare qualunque superficie, anche tridimensionale, come una tela bianca sulla quale è possibile disegnare una storia, o grazie alla quale è possibile svelare aspetti fino ad ora poco visibili o addirittura nascosti di un prodotto o di un servizio.

 

 

Tra le declinazioni più coinvolgenti delle proiezioni, da qualche decennio si è fatto strada il video mapping, un processo che, come dice la parola stessa, va a “mappare” la superficie su cui si proietta; questo consente di gestire in modo differente le diverse zone create. Il film maker ha perciò la possibilità di accendere, o spegnere, anche contemporaneamente diverse parti dell’oggetto o della tela, di virarne il colore, oppure di proiettare diverse immagini o video contemporaneamente in diverse aree della proiezione e, tutto ciò, in abbinato a un audio coinvolgente che consente di dare quasi “vita” a elementi che altrimenti risulterebbero totalmente inanimati.

Una delle prime proiezioni su oggetti tridimensionali fu nel 1969, quando Disneyland aprì la sua attrazione Haunted Mansion. Per realizzare le illusioni ottiche di ben 999 fantasmi si collocarono all’interno della struttura dei proiettori da 16 mm che riflettevano le immagini su veli semitrasparenti. Nel 1994, sempre il marchio Disney, realizzò il primo brevetto che sfruttava la suddetta tecnica denominandola "Apparatus and method for projection upon a three-dimensional object". Oggi, troviamo ampio utilizzo di questi sistemi in tutti i più importanti parchi di intrattenimento del mondo e non solo.

Per la produzione di un Video Mapping sono necessari designer e tecnici competenti e ore di modellazione 3D – non si tratta di un processo semplice, soprattutto se la superficie e il minutaggio da coprire sono molto ampi e particolareggiati. Oggi inoltre, grazie a scan 3D e app di ultima generazione, una volta programmata la propria mappa, è possibile in alcuni casi gestire i propri contenuti anche attraverso lo schermo di un tablet o di uno smartphone, aggiornandoli in tempo reale.

Il video mapping, può essere utilizzato in moltissimi ambiti, da quello commerciale ed espositivo appunto, a quello culturale e artistico, fino alle campagne e i lanci pubblicitari.

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